Il paese
Bitti dista 38 km da Nuoro, in una valle circondata dai colli di Sant'Elia, di Monte Bannitu e di Buon Cammino. Il suo territorio comunale confina con le province di Sassari e Olbia-Tempio.
L'abitato, disposto ad anfiteatro, si è sviluppato intorno a un nucleo storico al cui centro è la chiesa di San Giorgio, e conserva le tipiche costruzioni in pietra.
Il comune è stato ampliato nel 1881 quando gli è stato accorpato il vicino comune di Gorofai.
Le origini del paese risalgono alla preistoria. Il primo nucleo urbano si costituisce però solo in epoca romana.
Viene citato nel 1170 circa con il nome di Bitthe.
Durante il Medioevo Bitti diviene capoluogo di curatoria del giudicato di Gallura e poi, nel XIV secolo, entra a far parte del giudicato di Torres.
Nel sec. XIV passò agli Arborea e, alla caduta del marchesato di Oristano (1478), agli Aragonesi. Nel 1617 fu incorporato nel marchesato di Orani, cui rimase fino all'abolizione dei feudi (1839).
Siti archeologici
Il complesso di Su Romanzesu si trova in località Poddi Arvu (il pioppo bianco) immerso in una foresta di sughere a 13 chilometri da Bitti.
Le prime notizie risalgono al 1919, quando l'archeologo Antonio Taramelli, durante dei lavori di ricerca dell'acqua, scoprì il pozzo sacro.
Si tratta di un villaggio nuragico esteso per oltre sette ettari risalente all'età del bronzo, vicino alla sorgente del fiume Tirso, e che comprende il pozzo sacro, un centinaio di capanne, due templi a megaron, un tempio rettangolare, un anfiteatro ellittico a gradoni, e una grande struttura labirintica.
Il toponimo Romanzesu deriva dalla presenza di testimonianze di epoca romana risalenti al II - III secolo d.C.