Il paese
Bortigali è un comune italiano di 1 345 abitanti della provincia di Nuoro, in Sardegna. Si trova nella subregione storica del Marghine.
Collocato ad anfiteatro ai piedi
del trachitico monte Santu Padre, Bortigali è posto ad un'altitudine media di 510 metri.
Si trova nelle vicinanze della strada statale 131 e per questa caratteristica è facilmente
raggiungibile da tutte le parti della Sardegna. È uno dei pochi paesi in Sardegna ad avere un
mulino ad acqua funzionante anche se non utilizzato. Bortigali fa parte dell'Unione dei comuni
del Marghine e del GAL Marghine. Dal 2012 è entrato a far parte della rete dei Borghi autentici d'Italia, una rete nazionale alla quale aderiscono
oltre 200 piccoli e medi comuni, enti territoriali ed organismi misti di sviluppo locale.'
Il territorio amministrativo del comune di Bortigali occupa una superficie di circa 67 km², e si estende dall'altopiano di
Campeda a nord (600/700 metri s.l.m.) sino alla piana del rio Murtazzolu a sud (300/400), passando per le vette della catena
del Marghine (1000/1100). È possibile visitarlo seguendo percorsi e itinerari di notevole interesse, alcuni dei quali già
tracciati e valorizzati a cura del Comune, della Pro Loco e della sottosezione del CAI. Da segnalare in particolare
il sentiero Natura da Bortigali a Mulargia che, attraverso un percorso ricco di importanti emergenze naturalistiche,
permette di visitare anche i più significativi monumenti archeologici, giungendo infine alla frazione di Mulargia, piccolo
borgo rurale che deve il suo nome alle mole di cui, sin dal periodo romano, era centro di produzione (se ne possono osservare
ancora tanti esemplari nei cortili privati). Altro itinerario da segnalare è il sentiero Bortigali–Santu Padre che, passando
per zone di elevato valore paesaggistico, raggiunge la vetta del monte Santu Padre (1.026 metri), una tra le più alte della catena del Marghine, da cui si può osservare un paesaggio che abbraccia buona parte della Sardegna centrale e sud-occidentale, dai monti del Gennargentu ai monti del Sulcis, dalle colline del Logudoro ai monti delle Baronie, sino al mare di Oristano e Bosa. Le sue alte pareti rocciose sono talvolta mèta del volo dei grifoni provenienti dalla colonia di Bosa-capo Marrargiu. La stessa vetta, raggiungibile anche in macchina, è da alcuni anni una delle basi più ricercate dagli appassionati di parapendio.
La ricchezza di testimonianze archeologiche (soprattutto nuraghi e domus de janas) attesta la presenza umana già in età preistorica in un territorio che doveva distinguersi per la fertilità dei luoghi. Così come risultano testimoniati e documentati gli altri periodi sino al Medioevo (Mulargia era centro noto sulla strada Karalis-Turris Libissonis; il paese di Ortucale era citato nel Condaghe di San Nicola di Trullas (secolo XII). Secondo una tradizione non completamente documentata pare che il primo insediamento fosse una città punico-romana, poi distrutta, chiamata Berre. Si narra che sette famiglie superstiti formarono il primo nucleo del paese; la leggenda vuole che un vicinato della Bortigali di oggi si chiami proprio per questo motivo "Sette padeddas" (sette “padelle”, cioè sette “fuochi”, famiglie)
Nel periodo giudicale la villa di Bortigali fece parte della curatorìa del Marghine nel giudicato di Torres. Nel 1259, caduto il giudicato, la curatorìa fu annessa al giudicato arborense. Alla fine del giudicato, nel 1410, la villa passò al visconte di Narbona, e poi, nel 1420, agli Aragonesi, che la concessero in feudo ai Centelles. Ceduta nel 1439 a Salvatore Cubello, fu inclusa nel marchesato di Oristano sino al 1478. Il paese tornò ad essere incluso nella contea di Oliva, infeudata prima ai Centelles e poi, per successione, ai Borgia. Il periodo in cui il paese acquista consistenza è sicuramente quello compreso tra i secoli XVI e XVII; risalgono infatti a questo periodo quasi tutte le numerose chiese, come pure gli architravi tardogotici che ancora si possono vedere nelle case dell'esteso centro storico. Estinta la famiglia dei Borgia, la villa fu concessa alla loro erede Maria Giuseppa Pimentel. Come molti altri villaggi del Marghine non ebbe un rapporto facile con i nuovi feudatari, che dalla Spagna facevano amministrare il feudo a funzionari senza scrupoli, così tra il 1774 e il 1785 si rifiutò apertamente di pagare i tributi e nel 1795 prese parte ai moti antifeudali (anche se alcuni tra i ricchi proprietari locali furono tra quelli che in qualche modo contrastarono il viaggio di Giovanni Maria Angioy tra i villaggi della Sardegna
Nel 1821 la comunità di Bortigali fu inclusa nella provincia di Cuglieri – nella quale era anche capoluogo del distretto comprendente altri otto Comuni limitrofi (Birori, Borore, Dualchi, Lei, Macomer, Mulargia, Noragugume e Silanus) e nel 1843 cessò definitivamente il suo rapporto con gli ultimi feudatari. In questo secolo contava oltre 3000 abitanti, era, con Bolotana, il centro più popoloso del Marghine e vi risiedevano molte famiglie nobiliari, che naturalmente portavano ricchezza e benessere.
Nel 1848, abolite le vecchie province, fu compreso nella divisione amministrativa di Nuoro e vi rimase fino al 1859, quando (in seguito al cosiddetto decreto Rattazzi), entrò a far parte della nuova provincia di Cagliari, circondario di Oristano, mandamento di Macomer. Più tardi (nel 1865), al comune di Bortigali fu aggregato il territorio del soppresso comune di Mulargia
Nel 1907 vi nacque la prima cooperativa casearia della Sardegna (l'attuale La.Ce.Sa) e nel 1927 fu inserito nella neonata provincia di Nuoro, della quale tuttora fa parte. Durante la seconda guerra mondiale è stato sede del Comando supremo delle forze armate della Sardegna, e diede i natali nel 1943 a Radio Sardegna, prima emittente libera d'Italia. Ha pagato più di altri paesi il problema emigrazione, con un notevole calo demografico negli anni ‘50-'60.