Il territorio
Che a Mamoiada lo stanziamento umano risalga ad epoche remotissime (XV-XIII sec. a.C.) è testimoniato da svariati indizi di antichissime civiltà: numerosi sono i nuraghi (attorno ad alcuni dei quali sono evidenti resti di villaggi), “Domus de Janas” o “Honchèddas”, piccole tombe del periodo neolitico-prenuragico scavate nel granito, e diversi Menhir o “Perdas Longas”, ritenuti oggetto di culto, fra le quali spicca “Sa Perda Pintà”, probabilmente risalente al III millennio a.C., in cui compaiono una serie di coppelle e di incisioni concentriche che lo rendono unico in Sardegna.
Tra il 550 e il 238 a.C., periodo in cui la Sardegna subiva l’invasione dei Cartaginesi, la storia di Mamoiada si identifica con quella dei fieri montanari ribelli all’occupazione straniera. Durante l’epoca giudicale (XI sec.circa) fece parte del Giudicato di Arborea prima, e successivamente della Curatoria della Barbagia di Ollolai.
Nel periodo della dominazione Aragonese-Spagnola (1324-1720) Mamoiada venne assegnata dal re Ferdinando V a Petro Massa di Arborea per poi, nel 1604, essere unita al ducato di Mandas.
Nel 1820 l’emanazione dell’Editto delle Chiudende, sotto il dominio dei Savoia, segnò formalmente la fine del feudalesimo , ma le terrre che andavano assegnate alla popolazione locale vennero riscattate quasi per intero dai nobili del paese.
Riguardo il patrimonio architettonico locale, si annoverano, tra le chiese campestri, quella di Loret’Attesu, risalente alla seconda metà del XVIII secolo, e il Santuario dei SS.Cosma e Damiano, sito su un altopiano a 6 km dal paese, e si ritiene che esso risalga al VIII secolo d.C. e che sia il più antico di tutta la Barbagia. Al suo interno vanta una pregevole nicchia di trachite rosa del ‘600, alcuni affreschi di stile bizantino, nonché 14 formelle in ceramica smaltata rappresentanti la Via Crucis, che furono realizzate in Spagna, presso la fabbrica di Alcora, a Castellon de la Plana, dall’artista Jacinto Causada nella seconda metà del ‘700. Le stesse vennero utilizzate nel 1998 in occasione della Via Crucis al Colosseo officiata da Papa Giovanni Paolo II. Dal punto di vista architettonico l’emblema di Mamoiada è rappresentato dalla Chiesa di Nostra Signora di Loreto.