In questo ambiente, un tempo regno dei grandi avvoltoi e del cervo sardo, abita una fauna tipica e selvaggia, come il muflone, oggi in forte espansione, il cinghiale, presente ovunque seppur cacciato, la martora, poi la volpe, il gatto selvatico, la donnola, il ghiro, il coniglio selvatico e la lepre sarda. Tra i rapaci è presente l'aquila reale, l'astore, lo sparviero, il falco pellegrino, la poiana e alcuni esemplari di avvoltoio grifone. Un discorso a parte merita la flora, il Supramonte di Oliena infatti ha una importanza botanica di estremo interesse, non solo in Sardegna, ma in tutto il bacino mediterraneo. Notevoli sono le fitte foreste di lecci e ginepri nelle zone più interne del Supramonte, mai sottoposte a tagli.
Sul calcare fessurato di questa parte del Supramonte vegetano compatti ginepri, spesso con esemplari vecchissimi. Gli splendidi Enis, in italiano i tassi,e i lecci giganteschi, scarsi e sofferenti, che si vedono anche in vetta, dimostrano che nei secoli scorsi tutta questa montagna doveva essere ammantata di boschi.
Nelle conche riparate e nelle doline dove nei mesi invernali si accumulano strati di nevischio che garantiscono alla terra argillosa una maggiore disponibilità idrica, trova rifugio la Nepeta Foliosa, labiata cespugliosa, che fiorisce tra aprile e maggio. Scoperta dal Martelli presenta una fioritura azzurro-violacea che abbellisce il pianoro di “Pradu” e le vette del monte Corrasi.
Il fiore delicato del Colchico, erbacea delle gigliacee, sboccia in ristrette zone del Supramonte di Oliena. Si tratta di una pianta velenosa, che viene usata in medicina in piccole dosi per le sue proprietà antigottose.