Il territorio
Nell'abitato sono presenti tre chiese medioevali: la prima, il cui nucleo originario risale al XII sec, è dedicata a Santa Barbara e custodisce il Retablo della Peste, la seconda è stata eretta durante gli anni della dominazione spagnola in onore di San Giovanni Battista (patrono di Olzai), la terza è stata edificata in onore di Sant'Anastasio secondo lo stile gotico-aragonese, in cui si può ammirare il Retablo della Sacra Famiglia. Una quarta chiesetta risalente al 1600, si trova a circa quattro km. dal paese ed è dedicata all'Arcangelo Gabriele. Nel rione di Sant'Anastasio inoltre, si trova la casa in cui è vissuto ed ha realizzato le sue opere il pittore Carmelo Floris, oggi adibita a Casa Museo. Carmelo Floris nasce a Bono nel 1891. Per la sua arte fu fondamentale l'incontro con Giuseppe Biasi, che scoprì le sue doti artistiche e divenne il suo punto di riferimento. I soggetti privilegiati della sua arte sono i pastori, le donne in costume, la vegetazione. Per Floris la natura è un'imprescindibile fonte di ispirazione ed il paesaggio che ama rappresentare maggiormente è quello olzaese, tanto da essere “battezzato” dall'amico Mario Delitala “Carmelo de Ortzai”.
Essendo abitato sin dall'antichità, il suo territorio può essere considerato un piccolo museo all'aria aperta con nuraghi, “Domus de Janas” e dolmen, che ha restituito anche reperti dell'epoca romana. Tra i più noti il dolmen S'Ena ‘e sa Vacca, una tomba dei giganti datata tra i 1800 e i 1500 anni prima di Cristo.
Del periodo medioevale rimangono pochi ruderi di un castello, in cima al monte Gulana, oggi Parco Comunale.
Si pensa che risalga all'epoca bizantina ma fu utilizzato anche dal giudicato di Arborea, a partire dall'undicesimo secolo.
Ad Olzai sono presenti diverse attività commerciali, laboratori alimentari e aziende agricole. Per tradizione il nome del paese è legato alla produzione di cesti e cestini in Asfodelo “Orvese e Anisteddasa”, la cui arte ha dato lustro ed economia alle nostre ave.
L'asfodelo viene fatto essiccare e tagliato a striscioline per essere lavorato ed intrecciato, così da disegnare i tradizionali motivi geometrici sardi che si formano grazie alle diverse tonalità di colore della pianta.
Per quanto riguarda la gastronomia, non manca nessuno dei prodotti tipici del centro Sardegna: dal vino al pane carasau, dal miele ai liquori e alle marmellate. Un capitolo a parte lo meritano i dolci: su cohone un sapa, su pappassinu, amarettos e gueffos, asadinas, e così via.
Olzai