Pro Loco di Masainas



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Il paese

Masainas è un paese sicuramente antico, ma non esistono notizie storiche precise sull'origine. Il significato del nome non si conosce, ma su di esso vi sono due versioni: la prima fa derivare il nome da “Malas Ainas” che significa malefatte e sarebbe ricollegabile alle continue scorrerie e omicidi che venivano compiuti nel territorio.

L'altra, invece, farebbe derivare il nome dal sostantivo sumerico “Mas” che significa capra e indicherebbe una zona ricca di bestiame. L'abitato si sviluppò in maniera considerevole attorno ad una chiesetta dedicata a San Giovanni Battista.

La chiesa è l'unico monumento di particolare rilievo e il primo nucleo è oggi trasformato in “cappella interna”. Sembra chiaro l'influsso gotico-aragonese e in questo caso risalirebbe al 1500 o 1600. Qualche studioso, però, parla addirittura dell'anno 1000 o poco più tardi. In questo caso ci sarebbe l'influsso del tardo romanico.

Se questa chiesa si può far risalire circa all'anno 1000 e l'abitato di Masainas successivo ad essa, si sa per certo che nel 1820 essa era un centro piuttosto attivo e ricco per la sua florida agricoltura e pastorizia. Infatti, grazie al vasto territorio pianeggiante e fertile, si contava una grossa presenza di agricoltori e pastori locali, anche provenienti dal Nuorese e dall'Iglesiente.

Di sicuro si sa che nel 1839 Masainas era il più grosso centro abitato della zona contando 447 famiglie e 1806 abitanti e che seguì le sorti del marchesato di Palmas affidato a Gioacchino Bon Crespi di Valdura, ultimo a fregiarsi di titolo nobiliare su queste terre. Masainas, come pure Villarios e Giba fu terra di predicazione da parte di monaci Benedettini (nel 1200 circa) che costruirono dei monasteri (guventus) a cui ancor oggi si riferisce la denominazione di territorio comunale (Su guventu). Comunque, il territorio di Masainas, fu sicuramente interessato da insediamenti nuragici e da infiltrazioni romano-puniche. Come zona del Sulcis, Masainas, venne a contatto con civiltà superiori come quella Egiziana e Cartaginese. Si ha infatti notizia che i soldati sardi venivano chiamati “Shardana” dagli Egiziani. Fu interessata anche da penetrazioni romane tra il III e II secolo a.c. in seguito alla conquista di Solki (Sant'Antioco).

Sono stati infatti ritrovati tra Masainas e Giba dei resti che fanno pensare ad una fabbrica di utensili di terracotta risalenti al periodo della penetrazione romana nell'entroterra sarda. Da scavi fortuiti sono stati ritrovati dei sarcofaghi di pietra risalenti all'età romanica e la particolarità è che queste sepolture sono state fatte nel terreno sabbioso e per questo uniche in Sardegna. Sempre in località “Is Manigas” sono state trovate delle monete che, come dicono gli anziani, erano “coronasa de alloru” e presumibilmente indicanti la presenza di un sito romanico. In località “Serra lepuris” sono state trovate due tombe scavate nella roccia, fatte a sepolcro e chiuse da una grossa pietra.

Gran parte dei reperti ritrovati nel territorio comunale si trova ora al museo archeologico di Cagliari e per il momento non sono stati né quantificati né valorizzati. Tutto ciò sta però a testimoniare che la zona nasconde interessanti tesori di un'antichità dimenticata.







 

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