Il paese
Narcao (Narcau in sardo) è un comune di 3.307 abitanti della provincia di Carbonia-Iglesias, nella regione del Sulcis.
Narcao confina a nord con Villamassargia e Siliqua, a est con Nuxis, a sud con Villaperuccio e a ovest con Iglesias, Carbonia e Perdaxius.
È posizionato nel cuore di un antico bacino geologico dell'età terziaria ricco di lipariti e trachiti. Il territorio di Narcao è prevalentemente collinoso. Rilievi ondulati fanno da corona a rilievi più elevati dalla tipica forma a giara, con un'ampia sommità pianeggiante. Tra i rilievi più elevati domina il Monte Narcao, la cui "vetta" piana, denominata "Sa Pranedda" (la piccola pianura), si può raggiungere attraverso un sentiero che permette di accedervi in maniera relativamente agevole, senza dover per forza scalare i pendii ricoperti di fitta vegetazione.
L'estensione del territorio comunale, comprese le frazioni di Rio Murtas, Terraseo, Pesus, Is Meddas, Is Sais, Is Aios, Terrubia, Is Cherchis, è di circa 86 km², l'altitudine è di 127 m.
I fiumi locali sono il rio Mannu e il suo affluente rio Canneddu. Il clima è quello mediterraneo, la vegetazione è la tipica della macchia mediterranea (arbusti come il lentischio, il corbezzolo, il cisto, il mirto ecc.).
Sono presenti querce di vari tipi e boschetti non spontanei di pini e di eucaliptus.
Le prime testimonianze di insediamenti umani risalgono al periodo prenuragico. I primi insediamenti sfruttarono probabilmente le numerose grotte presenti sulle colline. In seguito giunsero nuove popolazioni capaci di erigere edifici a forma di grandi torri circondate da costruzioni più basse utilizzando enormi blocchi di pietra in modo da formare un villaggio ben protetto.
Le origini del paese risalgono all'anno 1000. I monaci benedettini furono i primi a occupare gran parte delle fertili campagne di Narcao, ricchissime di sorgenti, le quali rappresentarono la più importante risorsa economica del paese per lungo tempo. Nel 1323, all'arrivo degli aragonesi, il paese contava già più di 400 abitanti, ma più avanti nei secoli subì la stessa sorte degli altri centri abitati del Sulcis: Narcao conobbe il diradarsi della popolazione, causata delle continue incursioni dei pirati che si spinsero sempre più verso l'interno. La "ricostruzione" di Narcao avvenne solo verso la fine del XVII secolo quando nella pianura si insediarono contadini e pastori, provenienti anche dalla regione della Barbagia, i quali diedero vita a un'intensa fase di ripopolamento. Un ulteriore incremento demografico si ebbe nel secolo successivo e quando il paese venne elevato al rango di comune (contemporaneamente a Portoscuso, Serbariu, Tratalias, Palmas Suergiu, Santadi e Villarios), con Regio Decreto del Regno di Sardegna dell'11 luglio 1853 n° 1584, Narcao contava ben 2.280 residenti.
Del suo passato medioevale Narcao custodisce pochissime testimonianze: al periodo dei benedettini, infatti, risale solamente il campanile della chiesa di San Nicolò, mentre la statua lignea che raffigura il patrono, presente all'interno della chiesa, appartiene al XVI secolo.
Sotto l'aspetto archeologico e ambientale, invece, il territorio appare particolarmente ricco di resti nuragici e tombe romane (emerse a Ollastra Frogheri).
In località "Strumpu Bagoi", nelle vicinanze della frazione di Terraseo, si notano i resti di un tempio punico dedicato alla dea greca Demetra e Kore, il quale era stato costruito nelle vicinanze di un pozzo; nel tempio è presente un piccolo altare dove, probabilmente, venivano celebrati i riti in onore della divinità. Grazie agli scavi effettuati, è stato possibile rinvenire le caratteristiche statuette fittili votive rappresentanti la dea Demetra con il Kernos, il vaso che conteneva il fuoco e le offerte. Il tempio di Demetra e Kore rimase in uso per lungo tempo, come dimostrato dalla grande quantità di cenere accumulata nel sacello. Questa dea, di origine greca, era entrata nel pantheon fenicio a seguito delle guerre con dei Fenici con i coloni greci della Sicilia per il dominio di quell'isola [senza fonte].
Pare che a seguito della distruzione di un tempio greco dedicato proprio a Demetra i Fenici si ritennero colpiti da tali sventure da decidere di venerare la dea per ottenerne il perdono. Cominciarono così a dedicarle diversi tempietti fra i quali quello di "Bagoi" presso Terraseo[senza fonte].
Nel 1970 un contadino locale rivenne accidentalmente alcune statuine e frammenti ceramici. Iniziarono dunque degli scavi che rivelarono l'importante scoperta archeologica.
Nel paesaggio di Narcao, inoltre, si possono osservare i resti dei filari di base di muri di edifici, strutture dolmeniche e menhirs rovesciati, mentre il terreno è disseminato di schegge di ossidiana, tra le quali è possibile recuperare qualche strumento integro.