Il paese
Il territorio di Solarussa, prevalentemente collinare, è reso fertile dai depositi ricchi di humus lasciati
nel corso dei millenni per uno spessore di circa due metri dal fiume Tirso che scorre piegando in una grande ansa
a pochi chilometri dal centro abitato.
Solarussa si trova nella parte settentrionale della pianura del Campidano. La sua popolazione sfiora
i 2500 abitanti tra il centro abitato principale e la sua frazione Pardu Nou, a 4,5 km circa.
Il suo territorio comunale è di 31,89 km², bagnato dal fiume Tirso, il maggiore dell'isola.
La casa comunale si trova a 12 metri sul livello del mare.
Il range di altitudine della giurisdizione va da 7 a 163 metri per un'escursione complessiva di 156 metri.
Secondo la classificazione sismica il centro abitato si trova in zona a rischio sismico irrilevante.
I comuni confinanti sono Bauladu, Oristano, Simaxis, Zerfaliu, Siamaggiore, Tramatza. Solarussa dista 11
km dal capoluogo di provincia, Oristano e 103 dal capoluogo di regione, Cagliari.
primi insediamenti umani nel territorio di Solarussa hanno origini preistoriche,
come dimostrano i numerosi resti nuragici presenti nel territorio. Uno di questi, posto
in punto elevato, sulla collinetta dove sorge attualmente la chiesa rurale di San Gregorio,
vicino alla palude, che fino al 1936 affiancava il centro abitato.
Come per molti altri siti nuragici dell'Oristanese, anche per quelli nel territorio di Solarussa
ebbe importanza l'utilizzo dell'ossidiana proveniente dal non lontano monte Arci.
Successivamente come nel resto della zona, in pieno periodo nuragico fecero la loro comparsa
i Fenici attorno all'800 a.C. che spingendosi nell'interno lungo il fiume cui, secondo Tolomeo
diedero il nome di Tihium (forse Tirsum).
Entro il VI secolo a.C. i Cartaginesi avevano ampiamente occupato un'ampia zona il cui cuore era
il corso del Tirso, dalla sua foce fin ben oltre Solarussa verso l'interno dell'Isola.
Sempre in prossimità dell'attuale chiesa di San Gregorio, in zona chiamata putz'e angius,
in epoca successiva i Romani stabilirono un mansio, ovvero una stazione di sosta di cui sono
ancora visibili alcune rovine e un pozzo, ritenuto anch'esso di epoca romana. La stazione
di sosta era posta sulla via che passando per Solarussa conguingeva Tharros a Macopsissa,
l'attuale Macomer e che da qui raggiungeva anche Forum Traiani, l'attuale Fordongianus.
Nel IX secolo in Sardegna si formarono governi autonomi retti da giudici e chiamati
giudicati. Solarussa viene così a trovarsi sotto l'influenza del giudicato di Arborea avente sede
nella vicina Oristano e conglobato nella curatoria del Campidano Maggiore.
Nel 1355 una delegazione di Solarussesi che assieme a molti paesi vicini aveva preso
parte alla guerra del giudicato d'Arborea contro gli Aragonesi è tra coloro che firmano
la pace di Sanluri, che garantirà un periodo di pace. Nel 1378 una nuova epidemia
di peste colpisce la zona terrorizzando e decimando la popolazione per diversi anni.
L'11 gennaio 1388 a Solarussa è sottoscritto l'accordo di pace tra Eleonora d'Arborea e Pietro IV d'Aragona.
Il 29 marzo 1410, in seguito al trattato di pace che sancisce la caduta del Giudicato
di Arborea anche Solarussa entra a far parte del marchesato di Oristano, che diviene
feudo regio in seguito alla sconfitta di Leonardo Alagon a Macomer il 19 maggio 1478
e che non fu più infeudato fino al XVIII secolo.
Con la caduta del Giudicato, i marchesi promossero ulteriormente la viticoltura che
continuò a svilupparsi così che durante il Cinquecento le condizioni della zona si mantennero
stabili e la popolazione riprese a crescere.
Nel 1637 i francesi tentano un'invasione dell'Isola dal golfo di Oristano bruciando e
distruggendo numerosi paesi del circondario di Solarussa.
Verso il 1654 una nuova epidemia di peste colpisce i paesi del Campidano Maggiore,
tra cui Solarussa e nuovamente nel 1680 decimando la popolazione.
Nel 1720 i piemontesi prendono possesso dell'isola, trovando un paese spopolato e misero.
Nel 1767, Solarussa come tutti i paesi del Campidano di Oristano tornò suo malgrado sotto
un feudatario e le sue rendite furono concesse a Damiano Nurra col titolo di marchese di Arcais.
Nel 1848, abolita la provincia fu incluso nella divisione amministrativa di Oristano nella
quale rimase fino al 1859, quando entrò a far parte della provincia di Cagliari.
Nella seconda metà del XIX secolo Solarussa entrò in crisi anche a causa della fillossera
che devastò i suoi vigneti. Infine la guerra doganale con la Francia, verso la quale la maggior
parte del vino veniva esportato, provocò una grave crisi e una notevole emigrazione che condusse
ad un calo della popolazione.