La città
llorai è un comune italiano di 918 abitanti della provincia di Sassari, che si trova a 503 metri sul livello del mare nella regione storica del Goceano in Sardegna.
Illorai è uno dei più antichi centri del Goceano. Fu abitato in epoca preistorica, come dimostrano non solo i numerosi nuraghi (Luca, Su montrigu de Sa Corona) e i bronzetti rinvenuti nel territorio (come il bue conservato al Museo archeologico ed etnografico di Sassari), ma soprattutto la grande necropoli di Molia, scoperta negli anni settanta durante la costruzione della strada a scorrimento veloce Ottana-Cantoniera del Tirso: è un complesso di domus de janas della Cultura di San Michele (3000-2300 a.C.), di cui finora sono state scavate e studiate nove tombe; una di esse, la tomba VII, è, insieme con la cosiddetta "tomba del Capo" della Necropoli di Sant'Andrea Priu presso Bonorva, la più grande e interessante costruzione ipogeica della Sardegna: con le sue 16 stanze, essa disegna un'architettura di grande monumentalità e di raffinata suggestione.
Anche se non può essere identificato con il centro romano di Lesa (per quanto anche nel territorio di Illorai, in località Sos Banzos, vi siano acque termali come quelle che si trovavano alle Aquae Lesitanae d'età romana), Illorai fu certo importante nel Medioevo, grazie anche alla sua amena posizione geografica. Il suo territorio, molto fertile (sono famosi i suoi orti), è attraversato dal Tirso, che qui è scavalcato da un audace ponte ad una sola arcata, d'età pisana, comunemente conosciuto dai goceanini come "Pont'Ezzu".
Nel centro esisteva anche un convento di Agostiniani, che fu chiuso quando anche il paese dovette subire la decadenza che tutti questi centri attraversarono soprattutto in età spagnola: la statua di Sant'Agostino e quella di San Nicolò da Tolentino, anche lui agostiniano, sono conservate nella parrocchiale, dedicata a San Gavino, insieme con preziosi oggetti di argenteria appartenenti al convento.
Nella campagna esistono numerose altre chiese, la più importante delle quali è il santuario dedicato alla Madonna della Neve, dove ancora si celebra, il giorno dopo Pentecoste e il 5 agosto, una delle "feste lunghe" di Sardegna, cioè una grande festa preceduta e preparata da fedeli che si recano nella chiesa a nuinare, cioè a praticarvi la novena, che in questo caso non è di nove ma di quindici giorni.
Illorai aveva nel passato anche un'interessante varietà di cave, da cui si ricavavano marmi, zolfo e gesso, oggi abbandonate.
Ad Illorai nacque mons. Damiano Filia (1878-1956), considerato uno dei maggiori studiosi di storia della Chiesa sarda.
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