Pro Loco di Stintino



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La città



Stintino è un comune italiano di 1 616 abitanti della provincia di Sassari in Sardegna.

Il comune di Stintino insiste sulla omonima penisola, ultimo lembo di terra sarda che dalla piana della Nurra si protende verso l'isola dell'Asinara, situata a breve distanza. Quest'ultima ospita il Parco Nazionale dell'Asinara, istituito nel 1997, e per il quale Stintino rappresenta l'imbarco più prossimo.

Il litorale verso il Mar di Sardegna viene chiamato mare di fuori, ed alterna scogliere e cale di sabbia e sassi al termine di piccole valli, come Biggiu Marinu (ovvero Bue marino, nome sardo della Foca monaca), conosciuta anche come Valle della Luna, Coscia di Donna e Cala del Vapore.

L'origine del borgo di Stintino è dovuta alla decisione del Governo italiano di istituire il 22 giugno 1885 sull'isola dell'Asinara in località Cala Reale, il primo lazzareto ad uso sanitario insieme una colonia penale in località Cala d'Oliva. In quel momento si contavano sull'isola 54 famiglie con circa 500 persone, la metà pastori di origine sarda e l'altra metà pescatori, sia camoglini che ponzesi; di questi i residenti a Cala d'Oliva erano pescatori originari di Camogli, che si erano trasferiti attratti dalle maggiori possibilità economiche e dalla presenza della Tonnara delle Saline; mentre gli abitanti di Fornelli e Cala Reale erano pastori ed agricoltori sardi. È possibile che entrambi i gruppi avessero già adottato il sassarese, andando ad accentuarne l'influenza ligure presente fin dalle origini. Solo 45 famiglie lasciarono l'Asinara per stabilirsi nella costruenda Stintino fondando la "Comunione dei 45", le altre raggiunsero altri lidi: Porto Torres, Sassari, Castelsardo, Santa Teresa di Gallura o le campagne della Nurra.

Prima dello sfratto del 15 agosto dello stesso anno, due fratelli sassaresi, Salvatore e Cristoforo Murtola, perorano la causa dei pescatori ottenendo un indennizzo di 750 lire per ogni famiglia, e acquisendo un terreno per far sorgere il nuovo borgo col nome di Cala Savoia. Il piano regolatore divise ordinatamente una stretta penisola fra due bracci di mare (ora Porto Vecchio e Porto Nuovo/Porto Mannu), che prese il nome di isthintìnu o sthintìnu, dal termine sassarese intestino o budello, poi italianizzato in Stintino.

Il 1º gennaio 1865, prima dell'abbandono forzato dell'Asinara, venne fondata la Confraternita religiosa della "Beata Vergine della Difesa", patrona del paese, a cui sono iscritti molti stintinesi che abbiano compiuto almeno 12 anni.

Fra le manifestazioni religiose, a maggio si svolge presso una piccola chiesa di campagna, la festa di Sant'Isidoro in Ercoli, e l'8 settembre la Madonna della Difesa; il simulacro della patrona del paese è trasportato dalle barche dei pescatori della Confraternita in una processione a mare a ricordo della fondazione del 1885.

Per incentivare le attività di pesca, il 10 dicembre 1904, 68 soci tutti stintinesi, fondarono la "Società mutua cooperativa fra i pescatori di Stintino”. Questa e altre vicende dell'industria locale sono esposte nel Museo della Tonnara, collocato sulla banchina del porto. Proprio la pesca è a fondamento della cucina locale, le cui principali specialità sono ricci ed altri frutti di mare, crostacei e la bottarga di tonno. Tra i piatti la Zuppa di patate e aragosta con pescato locale, il Polpo in agliata, il Polpo alla stintinese ovvero un'insalata di polpo con patate, aceto, prezzemolo e a volte cipolla, e fra i dolci la Tumbarella.

Nel 1934, il primo parroco don Vittorio Prunas, promuove e dirige la costruzione della nuova chiesa parrocchiale, che sarà dedicata alla Vergine Immacolata.

Il porto di Stintino ospita ancora numerose barche a vela latina, che dopo l'avvento delle imbarcazioni a motore hanno trovato nuova linfa nel turismo diportivo e nelle regate veliche; molte famiglie della borghesia sassarese, come i Berlinguer o i Segni, hanno da sempre prediletto questo tipo di imbarcazione. Nel 1983 viene organizzata la prima "Regata Vela Latina", arrivata nel 2007 alla XXV edizione. Stintino è tanto caratterizzata dalla vela latina, da essere stata ribattezzata dal giornalista Mario Marzari, come la "Capitale della Vela Latina".

È stato in passato frazione di Sassari ed è diventato comune autonomo l'8 agosto 1988. Nel 2008 sono stati festeggiati i 20 anni di autonomia comunale con una serie di eventi tra cui l'esibizione delle Frecce Tricolori di fronte alle spiagge de Le Saline, Pazzona e Ezzi Mannu.

La principale attrattiva turistica è la spiaggia de La Pelosa, collocata nell'estremo lembo nord-occidentale della Sardegna, ed affacciata sul Golfo dell'Asinara e sull'omonima isola, è contraddistinta da una sabbia bianca finissima e dal mare azzurro-turchese dal fondale molto basso.

Immediatamente prospiciente ad una seconda più piccola spiaggia chiamata La Pelosetta si trova l'isolotto raggiungibile a piedi della torre aragonese, costruita del 1578 e chiamata Torre della Pelosa, e l'Isola Piana, appartenente al comune di Porto Torres come l'isola maggiore, che ospita una torre spagnola alta 18 metri chiamata Torre della Finanza, edificata nel XVI secolo e restaurata nel 1931.

L'Isola Piana veniva utilizzata in passato come pascolo grazie alla transumanza effettuata su barche da pesca; apparteneva alla famiglia dei Berlinguer e venne ceduta allo stato alla condizione che fosse conservata allo stato naturale. Altre spiagge della costa orientale sono quelle de Le Saline, Il Gabbiano, L'Ancora, Ezzi Mannu, Pazzona e Punta Negra.

A circa 3 km dall'abitato si trova lo Stagno di Casaraccio, e a circa 15 km nel territorio di Sassari lo Stagno di Pilo; entrambi rappresentano importanti riserve riproduttive per l'avifauna.




  Michal Osmenda, CC BY-SA 2.0, attraverso Wikimedia Commons - Testi WIKIPEDIA




 

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